Devozione alla Santa Vergine
La Madonna del Sangue di Re ci dimostra che ogni immagine sacra, anche la più semplice e dimenticata, deve essere tenuta in grande rispetto e considerazione.
Erano le ore 23 del 29 aprile del 1494. In quel tempo la giornata era divisa in 24 ore, dal tramonto al tramonto, finiva ed iniziava l’imbrunire. Era un martedì. Ciò che accadde non può ritenersi una leggenda, poiché e ben documentato in due pergamene autentiche di quell’epoca, firmate dai podestà della Valle, Daniele Crespi e Angelo Romano, e controfirmata, la prima, da quattro notai, i cui nomi figurano negli archivi comunali di alcuni paesi vigezzini.
Il Miracolo dei Re raccontato dagli alunni delle scuole elementari di Re
Un’ora prima del tramonto un certo Giovanni Zucono (soprannominato poi “Zuccone”) assieme con l’amico Comolo giocava alla “piodella” sulla piazzetta antistante la chiesa del paese, dedicata a S. Maurizio. Il gioco consisteva nel porre sopra un bussolotto di legno o di sasso (il “mago”) una moneta per ciascun giocatore. Viceversa chi colpendo il “mago” con la piodella (una scheggia di sasso rotondeggiante) “riusciva a spargere le monete intorno facendo sue quelle più vicine alla “piodella”, vinceva.
Lo Zuccone, già noto per il suo carattere furioso, quella sera era perdente, “non sappiamo quanto denaro, ma a sufficienza per scatenare in lui la collera e l’irrazionalità che si nasconde in ognuno di noi quando ci sentiamo perseguitati dalla sfortuna”. Se la prende con la tranquilla immagine della Madonna che è li a pochi passi sotto il porticato della chiesa, dipinta sulla facciata, a destra della porta di entrata e che sembra non occuparsi delle disavventure dello Zuccone.
Accecato dall’ira scaglia la “piodella” contro l’immagine e la colpisce in fronte. “Poltron, lo rimprovera il compagno Comolo, hai tratto alla Vergine Maria!”. Lo Zuccone rientra in sé stesso e preso da rimorso, si inginocchia davanti alla Madonna e chiede perdono.
Poi, colti tutti due da una sensazione di paura; fuggono, Prima ancora dei segni prodigiosi che stanno per manifestarsi sulla sua immagine colpita in modo sacrilego, la Madonna ha già compiuto il primo miracolo nel cuore del suo aggressore. Nella notte, verso le 11, prima Giovanni di Minola di Re e poi Antonio Ardicio di Craveggia, passando davanti alla chiesa, notano un chiarore insolito sotto il porticato come se vi fosse una candela accesa. Anch’essi, presi da paura, si allontanano in fretta.
Prima dell’alba il sagrestano Stefano di Gisla, mentre si accinge ad aprire la chiesa per il suono dell’Ave Maria, trova inginocchiata davanti all’immagine una donna vestita di bianco; crede di riconoscere una sua vicina di casa e la saluta senza ricevere risposta; ma non si accorge di cosa sta’ avvenendo sull’affresco. Esce quasi subito dalla chiesa e non trova più la donna. Sarà un vecchietto di nome Bartolomeo a scoprire per primo l’avvenimento prodigioso.
Nel gesto devoto di toccare l’immagine della Madonna e di baciarsi la mano, s’accorge con stupore che è bagnata di sangue. Guarda la Madonna e vede che dalla ferita della testa esce un rigagnolo di sangue. Corre a chiamare il rettore della chiesa don Giacomo. Suonano le campane a distesa e la notizia si propaga di casa in casa, di paese in paese.
La gente accorre e si accalca sotto il portico della chiesa con gli occhi fissi sull’immagine insanguinata implorando ad alta voce: “Misericordia, misericordia”. “Pareva che la terra tremasse”. Per tutto il giorno e la notte successiva molte persone rimangono sul luogo del miracolo a pregare con ceri accesi in mano.
Dopo la mezzanotte il fiotto di sangue cresce e gocciola fino a terra emanando un profumo soave “impossibile a descriversi”. Sul pavimento si tampona il sangue con “pannolini bianchi” che poi il parroco raccoglie in una tovaglia e ripone in un calice.
L’effusione di sangue dura una ventina di giorni fino al 18 maggio in modo intermittente e sempre meno abbondante come da una ferita che a poco a poco si rimargina. Ad ogni emissione di sangue, si annuncia l’evento con il suono delle campane; al richiamo, il popolo accorre “di giorno e di notte “.
Dopo il miracolo si protegge l’immagine della Madonna, costruendovi intorno una cappella. Essa viene edificata abbattendo il portico della chiesa parrocchiale e prolungando quest’ultima verso la facciata. Così la chiesa si amplia, ma resta divisa in due sezioni dal muro dell’antica facciata, contro il quale viene addossato l’altare della Madonna del Sangue. Davanti alla cappella della Madonna viene costruito un portico. Successivamente la cappella della Madonna viene allungata.
Il pittore della Madonna del Sangue di Re è anonimo non avendo lasciato la firma né su questo affresco né su altre opere da lui dipinte con uguali caratteristiche sia in Ossola che fuori. A S. Paolo di Appiano (Tirolo) nel 1875 è stato eretto un Santuario dedicato alla Madonna di Re; presso Ginevra in una cappella a Perlj la Madonna del Sangue è stata riprodotta in una grande vetrata di Alexandre Cingria; così pure sulla porta di legno del tabernacolo della chiesa di Semsales in una scultura policroma, opera di Marcel Feuillat. In Ungheria esistono due santuari dedicati alla Madonna del Sangue: uno a Budapest e l’altro a Gorcsonj.
Preghiera alla Madonna del Sangue
Onnipotente e misericordioso Iddio, che dalla miracolosa immagine della dolcissima Madre tua hai fatto sgorgare rivoli di sangue, concedi propizio che, spenta la sete dell’umano orgoglio, abbiamo sete di Te, fonte della vera Sapienza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
VIDEO DOCUMENTARIO e PELLEGRINAGGIO:
Fonti:
Sito Ufficiale del Santuario – http://madonnadire.it/index.php
http://www.mariadinazareth.it/Immagini%20lacrimazioni/re.htm
https://biscobreak.altervista.org/2014/04/madonna-del-sangue-di-re/.
http://www.santuari.it/vigezzo/vigezframe.htm
https://www.piemontesacro.it/santuari_verbania/santuario_madonna_de...
https://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_della_Madonna_del_Sangue
http://www.cattoliciromani.com/64-pellegrinaggi/28524-santuario-del...
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