Devozione alla Santa Vergine
INTRODUZIONE:
L’annunciazione vista dai quattro Evangelisti, ma anche attraverso l’Apocrifo Protovangelo di Giacomo e le rivelazioni della S. Gemma Galgani, B. Emmerick e di Maria Valtorta.
PERCHE’ 25 MARZO ? La storia di questa festa e come si è sviluppata.
Con la riforma del calendario del 1969 il nome di questa festa venne cambiato da “Annunciazione alla Vergine Maria” in “Annunciazione del Signore”. L’annuncio, comunque, fu rivolto a Maria e costituisce una parte vitale del suo ruolo nella storia della salvezza, insieme alle altre feste ricordate Chiesa. Questa celebrazione non esisteva nei primi secoli della Chiesa, quando nella liturgia venivano ricordati solo i martiri. Tuttavia, come per altre feste ricordate dalle basiliche della Terra Santa, da quando l’imperatrice Elena costruì una chiesa sulla casa di Nazareth nel IV secolo, una festa locale prese campo e i pellegrini di ritorno dalla Palestina la diffusero nel resto del mondo cristiano.
Nel II secolo Tertulliano riporta la tradizione secondo la quale la morte di Cristo avvenne il 25 marzo e S. Agostino la riprende aggiungendo, probabilmente in conformità a una credenza comunemente accettata in Africa, che la morte di Cristo ebbe luogo nello stesso giorno del suo concepimento.
Anche in Spagna vi sono tracce della teoria che Cristo sia stato concepito il 25 marzo, ma la celebrazione della festa liturgica a ricordo dell’Annunciazione sembra dipendere piuttosto dalla definizione, un po’ prima della metà del IV secolo, del 25 dicembre come festa della nascita del Signore e dalla conseguente sottrazione di nove mesi. Con la fine del VII secolo, si era ormai diffusa la data del 25 marzo come ricorrenza dell’Annunciazione, anche se non tutti la osservavano a causa del timore di alcuni vescovi di interferire nella liturgia di Quaresima e Pasqua. Essi consideravano l’Avvento il periodo più adatto per inserire la festa, e proposero il 18 dicembre. La liturgia d’Avvento infatti da sempre ha mantenuto e ancora mantiene tracce del ricordo dell’Annunciazione e le omelie di S. Bernardo ne sono una testimonianza.
IL VANGELO CHE COSA DICE:
Il racconto di Luca si fonda su echi e citazioni dell’Antico Testamento, usando frasi consacrate da secoli all’attesa messianica. Egli scrisse il suo Vangelo tra i settanta e i novant’anni dopo gli eventi narrati, dopo aver attentamente esaminato i fatti. Se Maria raccontò i fatti che aveva meditato in cuor suo riguardo il concepimento e la nascita di Cristo, lo deve aver fatto all’apostolo Giovanni, attraverso il quale sono arrivati fino alla Chiesa nascente. La gioia alla quale Maria, come figlia di Sion, è invitata, è fondata sulla venuta di Dio per il suo popolo. Maria è il primo membro del nuovo Israele, la prima di una moltitudine a venire favorita nella nuova era di grazia «perché la legge venne per mezzo di Mose ma la grazia e la verità per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1, 17). Maria è consapevole, che il saluto dell’angelo implica un intervento divino che la riguarda, che la riempie di timore ma anche di attesa trepidante. Maria sarà il nuovo tempio che custodirà la presenza di Dio.
Matteo è più esplicito e nel suo Vangelo cita, come profezia della nascita di Cristo, il capitolo 7 di Isaia: «La vergine concepirà e partorirà un figlio, che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi» (Mt 1, 23). Anche Giuseppe deve partecipare del mistero. Non sposata e incinta, infatti, rischiava di essere bollata come adultera e punita di conseguenza.
La nascita di Giovanni da Elisabetta, che era sterile, è il segno che queste cose si avvereranno, perché testimoniano, come era accaduto a Sara e Abramo, che nulla è impossibile a Dio. Offrendo sé stessa quasi come una schiava, Maria esprime la sua volontà di cooperare con il progetto di Dio: «Sono la serva del Signore», e poi esclama: «Avvenga di me quello che hai detto» (Le 1, 38). L’accettazione da parte di Maria segna il momento del concepimento. Il concilio di Calcedonia nel 451 dichiara: «Confessiamo che Maria Vergine è la madre di Dio perché il Verbo si fece carne e divenne uomo e, dal momento del concepimento, ha unito a sé stesso il tempio della carne che ha preso da lei»; in un’epistola sinodale ai suoi compagni vescovi, S. Sofronio dichiara la sua fede: «Fu fatto uomo nell’attimo del suo concepimento nella tutta Santa Vergine Maria».
L’APOCRIFO PROTOVANGELO DI GIACOMO
Anche l’apocrifo Protovangelo di Giacomo (metà II secolo) contiene una narrazione dell’annunciazione:
«[Maria] presa la brocca, uscì ad attingere acqua. Ed ecco una voce che diceva: “Gioisci, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu tra le donne “. Essa guardava intorno, a destra e a sinistra, donde venisse la voce. Tutta tremante se ne andò a casa, posò la brocca e, presa la porpora, si sedette sul suo scanno e filava. Ed ecco un angelo del Signore si presentò dinanzi a lei, dicendo: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia davanti al Padrone di tutte le cose, e concepirai per la sua parola “. Ma essa, all’udire ciò rimase perplessa, pensando: “Dovrò io concepire per opera del Signore Iddio vivente, e partorire poi come ogni donna partorisce? “.
L’angelo del Signore, disse: “Non così, Maria! Ti coprirà, infatti, con la sua ombra, la potenza del Signore. Perciò l’essere santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio dell’Altissimo. Gli imporrai il nome Gesù, poiché salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Maria rispose: “Ecco l’ancella del Signore davanti a lui. Mi avvenga secondo la tua parola”»
DOVE AVVENUTO L’ANNUNCIAZIONE
Una tradizione antichissima identifica la casa di Maria, in cui avvenne l’Annunciazione, con la grotta che oggi si trova nella cripta della Basilica dell’Annunciazione a Nazaret.
La casa era costituita da una parte scavata nella roccia (la grotta) e una parte costruita in muratura. Quest’ultima rimase a Nazaret fino alla fine del XIII secolo, quindi venne trasferita prima a Tersatto (Trsat, Croazia) e dopo a Loreto, nelle Marche, in quanto la rioccupazione della Terrasanta da parte dei musulmani faceva temere per la sua conservazione. Secondo la tradizione, essa fu miracolosamente portata in volo da alcuni angeli (perciò la Madonna di Loreto è venerata come patrona degli aviatori). Una teoria dell’epoca moderna dice che avvenuto il trasporto per nave tra il 1291 e il 1294, fu opera della famiglia Angeli Comneno, un ramo della famiglia imperiale bizantina.
La Santa Casa, come essa è chiamata, si trova tuttora all’interno della Basilica di Loreto, ed è continuamente visitata da numerosi pellegrini.
ALCUNI TESTIMONIANZE DELL’ANNUNCIAZIONE DAI MISTICI:
1. SANTA GEMMA GALGANI: La descrizione dell’Annunciazione della Vergine fatta dall’angelo custode a Santa Gemma Galgani
La mattina del 25 marzo L’angelo custode le dice: «[…] ti parlerò di Maria Santissima, di una giovinetta tanto umile dinanzi al mondo, ma d’infinita grandezza davanti a Dio; ti parlerò della più bella, della più santa di tutte le creature; della figlia prediletta dell’Altissimo, di colei che veniva destinata all’impareggiabile dignità di madre di Dio»
… Era già notte inoltrata, e Maria Santissima se ne stava sola nella sua camera: pregava, era tutta rapita in Dio. All’improvviso si fa una gran luce in quella misera stanza, e l’arcangelo, prendendo umane sembianze e circondato da un numero infinito di angeli, va vicino a Maria, riverente e insieme maestoso. La inchina come Signora, le sorride come annunziatore di una lieta notizia, e con dolci parole così le dice: “Ave, o Maria, il Signore è con te. La benedetta tu sei fra tutte le donne “». O bello, o grande e sublime saluto, che in terra non s’era mai udito, né; si udirà mai!
… «Appena l’arcangelo celeste ebbe pronunziate queste parole, tacque, quasi aspettando il cenno di lei per spiegare la sua divina ambasciata. Maria però, udito il sorprendente saluto, si turbò; taceva e pensava. Ma forse credi, o figlia mia, che a Maria non fossero mai discesi gli angeli del paradiso? Essa ogni momento ne godeva la visita e i loro dolci colloqui… Essa non va ad investigare nella sua mente il senso misterioso, ma si turba perché; si crede indegna dell’Angelico saluto. Ah! figlia mia», mi ripeteva, «se Maria avesse saputo quanto la sua umiltà fosse piaciuta al Signore, non si sarebbe stimata indegna dell’ossequio di un angelo. “Come mai “, diceva tra sé, “un angelo di Dio mi chiama piena di grazia, mentre io mi riconosco immeritevole di ogni divino favore? Come mai “, ragionava tra sé Maria, “un angelo del paradiso mi chiama benedetta fra le donne, mentre sono tra le femmine la più inutile, la più vile, la più abbietta? Qual mistero mai si nasconde sotto il velo di sì eccelso saluto?” […]
«Sappi, – qui mi disse l‘angelo mio, – che Maria Santissima, con un esempio non mai udito, fino dà suoi teneri anni aveva consacrato al celeste sposo delle anime caste il verginale suo fiore e, sebbene non fosse soggetta al senso della concupiscenza ribelle, non aveva però mancato di custodire i suoi gigli tra le spine della mortificazione.» […]
«Spiegato l’arcano, rassicurata pienamente la vergine, il messaggero divino taceva, ansioso aspettando la risposta di lei, cioè il consenso di Maria all’incarnazione del Verbo eterno… e risponde: “Ecco l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola “. Il grande accento è proferito, Maria è la madre del Figlio dell’Altissimo. A queste parole esulta il cielo, si consola il mondo intero. L’angelo riverente si prostra innanzi alla sua signora, e poi spiega il volo e se ne ritorna in paradiso. […]
«Accettando Maria l’incomparabile dignità di madre di Dio, accettava intanto il generoso ufficio di madre dell’umano genere. Rallegriamoci: Maria, prestando all’angelo il verecondo suo assenso, vi ha adottati per figli, divenuta la madre di tutti».
L’ANNUNCIAZIONE A MARIA “SECONDO BEATA KATHARINA EMMERICK”
«Dal soffitto della stanza scese una tale quantità di luce che io mi sentii indotta a rifugiarmi contro la parete dove era la porta, e in quella luce vidi un giovane splendente dai lunghi capelli biondi librarsi davanti a lei. Era l’arcangelo Gabriele.
«Egli le parlò, muovendo leggermente le braccia davanti a sé. Vidi le parole sotto forma di lettere luminose uscire dalla sua bocca, le lessi e le udii. Maria volse il capo piegato un po’ verso destra, però non la vidi intimidita. L’angelo continuò a parlare e Maria, come per suo ordine, sollevò il viso, alzò un po’ il velo e rispose. L’angelo parlò ancora e Maria sollevò completamente il velo, guardò l’angelo e rispose le sacre parole: “Ecco l’ancella del Signore, avvenga di me secondo la tua parola”.
«La santa Vergine era in profonda estasi. La stanza era piena di splendore; io non vedevo più la luce della lampada e nemmeno il soffitto. Il cielo sembrava aperto, un raggio di luce mi consentiva di vedere l’angelo, e nel punto da cui questa luce si dipartiva vidi la figura della Santa Trinità sotto forma di luce triangolare luminosissima, e riconobbi ciò che si può soltanto implorare nella preghiera ma non interpellare: Dio onnipotente, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e tuttavia soltanto Dio onnipotente.
«Quando però la santa Vergine ebbe detto: “Avvenga di me secondo la tua parola”, vidi una manifestazione alata dello Spirito Santo, non però così come viene in genere rappresentata sotto forma di una colomba. La testa era di uomo, e la luce che si dipartiva dalla figura aveva forma di ali; dalle sue mani e dal suo petto furono emanate tre sorgenti di luce che raggiunsero la santa Vergine sul fianco destro, formando con lei un tutto unico.
«La santa Vergine ne fu tutta illuminata e divenne come trasparente: in lei non vi era più nulla di oscuro, di nascosto, ella risplendeva e tutta la sua figura era compenetrata di luce.
«Subito dopo vidi l’angelo scomparire, il raggio di luce da cui era emerso si ritirò, come se fosse stato aspirato dal cielo, e da questo raggio di luce vidi cadere sulla Vergine tanti boccioli bianchi di rosa, ognuno con una fogliolina verde.
«Dopo che l’angelo fu scomparso, vidi la santa Vergine in profonda estasi, tutta raccolta in sé stessa; e vidi che essa riconosceva l’incarnazione del Messia promesso dentro di sé come una piccola figura luminosa perfettamente formata con tutte le membra, le minuscole dita comprese.
«Era circa mezzanotte quando vidi questo mistero. Dopo qualche tempo Anna accompagnata dalle altre donne [le ancelle che abitavano con lei], entrò nella stanza di Maria. Un movimento meraviglioso nella natura le aveva destate dal sonno: sulla casa era apparsa una nuvola di luce. Quando videro la santa Vergine in ginocchio sotto la lampada, immersa in profonda ed estatica preghiera, si allontanarono subito piene di rispetto.
«Dopo qualche tempo, vidi la santa Vergine alzarsi in piedi e dirigersi verso il piccolo altare collocato contro la parete. Accese la lampada appesa alla parete e pregò. La vidi andare a letto solo verso mattina»
FONTI: A. Katharina Emmerick, Vita della santa Vergine Maria, Edizioni San Paolo 2004, pp. 90-93.
L’ANNUNCIAZIONE A MARIA “SECONDO MARIA VALTORTA”
Anche Maria Valtorta nel suo “L’Evangelo come mi è stato rivelato” parla di questo misterioso e altrettanto emozionante incontro di Maria con L’arcangelo Gabriele:
“Ciò che vedo. Maria, fanciulla giovanissima, quindici anni al massimo all’aspetto, è in una piccola stanza rettangolare. Una vera stanza di fanciulla. Contro una delle due pareti più lunghe è il giaciglio: un basso lettuccio senza sponde, coperto di alte stuoie o tappeti. […] Vi è molto silenzio nella casetta e nell’orto. Vi è molta pace tanto sul viso di Maria quanto nell’ambiente che la circonda. […] Maria si mette a cantare sottovoce e poi alza lievemente la voce. Non va al gran canto. Ma è già una voce che vibra nella stanzetta e nella quale si sente una vibrazione d’anima. Non capisco le parole, dette certo in ebraico. Ma, dato che ripete ogni tanto: «Jehovà», intuisco che sia qualche canto sacro, forse un salmo. Forse Maria ricorda i canti del Tempio. E deve essere un dolce ricordo, perché posa sul grembo le mani sorreggenti il filo e il fuso e alza il capo appoggiandolo indietro alla parete, accesa da un bel rossore nel viso, con gli occhi persi dietro a chissà quale soave pensiero, fatti lucidi da un’onda di pianto che non trabocca ma che li fa più grandi.
Eppure quegli occhi ridono, sorridono al pensiero che vedono e che l’astrae dal sensibile. Il viso di Maria, emergente dalla veste bianca e semplicissima, così rosato e cinto dalle trecce che porta avvolte come corona intorno al capo, pare un bel fiore. Il canto si muta in preghiera:
«Signore Iddio Altissimo, non tardare oltre a mandare il tuo Servo per portare la pace sulla Terra. Suscita il tempo propizio e la vergine pura e feconda per l’avvento del tuo Cristo. Padre, Padre santo, concedi alla tua serva di offrire la sua vita a questo scopo. Concedimi di morire dopo aver visto la tua Luce e la tua Giustizia sulla Terra e di aver conosciuto che la Redenzione è compiuta. O Padre santo, manda alla Terra il Sospiro dei Profeti. Manda alla tua serva il Redentore. Che nell’ora in cui cessi il mio giorno, si apra per me la tua Dimora, perché le sue porte sono state già aperte dal tuo Cristo per tutti coloro che hanno sperato in Te. Vieni, vieni, o Spirito del Signore. Vieni ai tuoi fedeli che ti attendono. Vieni, Principe della Pace! … ».
[…] Maria resta assorta così… La tenda palpita più forte, come se qualcuno dietro ad essa ventilasse con qualcosa o la scuotesse per scostarla. E una luce bianca di perla fusa ad argento puro fa più chiare le pareti lievemente gialline, più vivi i colori delle stoffe, più spirituale il volto sollevato di Maria. Nella luce, e senza che la tenda sia scostata sul mistero che si compie – anzi non palpita più, pende ben rigida contro gli stipiti, come fosse parete che isola l’interno dall’esterno – si prosterna l’Arcangelo.
[…] «Non per opera di uomo sarai Madre, o Maria. Tu sei l’eterna Vergine, la Santa di Dio. Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà. Perciò Santo si chiamerà Colui che nascerà da te, e Figlio di Dio. Tutto può il Signore Iddio nostro. Elisabetta, la sterile, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio che sarà il Profeta del tuo Figlio, colui che ne prepara le vie. Il Signore ha levato a questa il suo obbrobrio, e la sua memoria resterà nelle genti congiunta al nome tuo, come il nome della sua creatura a quello del tuo Santo, e fino alla fine dei secoli le genti vi chiameranno beate per la Grazia del Signore venuta a voi ed a te specialmente; venuta alle genti per mezzo tuo. Elisabetta è nel suo sesto mese ed il suo peso la solleva al gaudio, e più la solleverà quando conoscerà la tua gioia. Nulla è impossibile a Dio, Maria, piena di Grazia. Che devo dire al mio Signore? Non ti turbi pensiero di sorta. Egli tutelerà gli interessi tuoi se a Lui ti affidi. Il mondo, il Cielo, l’Eterno attendono la tua parola!».
Maria, incrociando a sua volta le mani sul petto e curvandosi in un profondo inchino, dice: «Ecco l’ancella di Dio. Si faccia di me secondo la sua parola».
L’Angelo sfavilla nella gioia. Adora, poiché certo egli vede lo Spirito di Dio abbassarsi sulla Vergine curva nell’adesione, e poi scompare senza muover tenda, ma lasciandola ben tirata sul Mistero santo.
[…] Io sola, senza macchia e che non avevo avuto coniugio umano, fui esente dal generare con dolore. La tristezza e il dolore sono i frutti della colpa. Io, che ero l’Incolpevole, dovetti conoscere anche il dolore e la tristezza, perché ero la Corredentrice. Ma non conobbi lo strazio del generare.
Fonti:
Il primo grande dizionario dei santi di Alban Butler
https://biscobreak.altervista.org/2013/03/annunciazione-del-signore/.
https://biscobreak.altervista.org/2013/04/langelo-di-santa-gemma-ga....
http://www.tabernacoliviventi.it/. ;
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